Alla ricerca della Felicità

Magari è vero che il lavoro nobilita l’uomo. Ma preferei non diventare simile ad una bestia —

Ho trascorso 26 anni della mia vita in Italia. In un paesino di campagna tra Padova e Venezia. Una vita normale, tranquilla, sicuramente non tanto intensa o stimolante. Non me ne lamentavo affatto.
Mi sentivo fortunato.

C’erano le uscite con la morosa, le partite a calcetto con gli amici, il karaté e le pizzate ai soliti posti. Una realtà come tante. La sicurezza della routine.

Soldi 💶

Ho iniziato a lavorare presto, a 15 anni. Sicuramente perché volevo essere indipendente. Ma anche per l'esposizione ad una cultura provinciale contraria alla laurea.

Le esperienze in fabbrica e in cantiere lasciano il segno e mi danno una gran spinta a studiare. Il pensiero di dover passare la maggior parte della mia vita in una catena di montaggio mi turbava. Laurearmi sembrava la migliore via d’uscita.

Il giorno della laurea arriva. Era il 23 Dicembre del 2007 e faceva un freddo cane. Dopo aver difeso la tesi, il prof. Sperduti mi nomima: “Dottore in Scienze Informatiche”. Amici e parenti applaudono, ma... le cose non vanno esattamente come speravo.

Il lavoro non fatico a trovarlo. Dopo poche settimane inizio a fare il programmatore per un’azienda di Padova che fa consulenza PA (B2G). Il contratto è da metalmeccanico:

Contratto a tempo indeterminato con apprendistato di 3 anni. Retribuzione: Euro 948 (netti) al mese.

Mentre firmo, mi promettono che anticiperanno il termine dell’apprendistato. Magari di un anno.

Mi ripeto che non ho esperienza, non posso (ancora) pretendere un lavoro ben retribuito. Inoltre, come consolazione, nessuno dei miei amici dell’uni riceve più di 1.000€ al mese.
In quei mesi usciva al cinema: “Generazione 1000 Euro”.

Posticipo la pretesa di uno stipendio decente

Passano 2 anni e, grazie agli scatti d’anzianità, arrivo a guadagnare la bellezza di 1.049€/mese. L’apprendistato, che doveva terminare in anticipo, viene lasciato a maturare. Mi viene spiegato:

L’azienda non può permettersi di pagarti interamente lo stipendio. Preferiamo ricevere le agevolazioni contributive dello Stato fino al termine dell’apprendistato. È la soluzione migliore per entrambi.

Quell’ufficio mi stava sempre più stretto e i progetti diventavano sempre meno stimolanti.

Decido quindi di cercare qualcos’altro. Faccio diversi colloqui, ma ricevo offerte che variano dai 1.000 ai 1.200€ al mese. È una differenza troppo piccola per cambiare. In fin dei conti, la routine che mi ero costruito non era male. L’equilibrio tra vita privata e lavoro (work-life balance) era sano e la pressione a lavoro era quasi inesistente.

Un altro anno passa, continuo a fare colloqui nella speranza di trovare qualcosa di meglio retribuito. Non trovo un cazzo di niente! 😩

In azienda iniziano a caricarmi di responsabilità: vado a fare assistenza ai clienti, help-desk, implemento interi progetti. Da un lato sono orgoglioso di cosa faccio. Dall’altro sono insoddisfatto dello stipendio e dal modo in cui vengo trattato.

Mi sento in trappola. Ma qualcosa mi dice che sto cercando nei posti sbagliati.

Scopro che all’estero i programmatori sono pagati bene! 🤑

Entro in contatto con Luca, un compaesano che ha aperto una Web agency in Lituania. Inizio una collaborazione con lui lavorando alla sera.

🏆 Ho un secondo lavoro (part-time)!

Arrivano i primi contatti con Olandesi, Indiani, Tedeschi e Inglesi. Mi rendo subito conto di due cose:

  1. il mio inglese fa schifo;
  2. all'estero pagano bene;

Capisco che per tuffarmi al punto 2, devo migliorare il mio inglese.

Du iú spich inglisc?

Putroppo parto molto svantaggiato. Anche se a scuola ho “studiato” l'inglese per più di 10 anni, non riesco a formare neanche una frase di senso compiuto 😅 La cosa ti suona familiare?!

Riprendo in mano i libri delle superiori e della morosa che faceva lingue all’uni. Recupero un vecchissimo corso in audiocassette di papà e lo ascolto a ripetizione nella Sony del capanno in giardino. Google Translate diventa il mio strumento favorito 🥰

Succede qualcosa di inaspettato

Chiacchierando con un altro amico (Stefano), vengo a sapere di una startup (Fitmo) che stava cercando un front-end developer ad Amsterdam.

Mi chiede se voglio fare un colloquio. Accetto!

Siamo a Giugno del 2011. Il front-end è “appena nato”. Si usano librerie come jQuery, Mootools e Handlebars. La rivoluzione dell'AJAX sta diventando una realtà e Backbone.js sta iniziando a cambiare il modo di scrivere e organizzare il lato client. Tutti parlano di MVC!

Ero forte in CSS, sapevo bene PHP, masticavo un poco di javascript, ma il mio inglese faceva ancora cagare.

Il colloquio al telefono è un'esplosione di emozioni 😵

In seguito, la mamma mi ha raccontanto che si era sorpresa nel sentirmi parlare così bene in inglese (a detta usa che neanche lo parla), ma pensava che non mi avrebbero mai assunto.

Invece, dopo una settimana di prova in remoto, mi inviano il contratto da firmare:

Contratto a tempo determinato: 1 anno.
Retribuzione: Euro 2249 (netti) al mese.

Mi fermo a pensare:

Mi licenzio il giorno stesso. Cara Olanda, ik kom!

L'azienda Olandese mi paga il viaggio di sola andata, 2 settimane di hotel (Hotel Casa Amsterdam) e un luccicoso MBP nuovo. È un sogno che si avvera!

Non ero mai stato in Olanda.

Il 31 Luglio del 2011 ci metto piede per viverci per almeno un anno 🤯

La smania dura poco. I primi mesi non sono affatto facili. Non capisco quasi nulla e fatico ad esprimermi. Anche la cultura e i modi di fare mi sono totalmente estranei. Mi sento un pesce fuor d’acqua. Praticamente un’idiota.
Perfino ai virus sto sulle palle, infatti mi becco una raffica di raffreddori da paura 🤧

Non mi demoralizzo, ad Amsterdam tutti parlano un ottimo inglese. Decido di studiare seriamente questa dannata lingua che mi accompagna da decenni ma che ancora fatico a capire. Nel tempo libero vado a meetup, incontro gente, faccio qualche corso. Mi iscrivo a Couch Surfing e inizio ad ospitare gente dal Canada, Stati Uniti, Germania, Russia, ecc…

Sembrava che tutti sapessero parlare un inglese decente, tranne me. Mi convinco che stando a contatto con tutta questa bella gente, per osmosi qualcosa sarebbe successo. E così è stato! Le figure di merda che ho fatto sono innumerevoli, ma i risultati sono arrivati con il tempo e la pazienza.

In ufficio dò il massimo. Peccato che qualcosa va storto e la squadra di sviluppo viene ridimensionata. La maggior parte dei programmatori viene cestinata. Vita da startup.

La prima volta che vengo licenziato. Anzi, ad essere sinceri, è la prima volta che un'azienda mi forza a licenziarmi per non pagare il severance pay (TFR).

Il mondo è pieno di lupi. Lezione di vita importante.

Panico

Dopo appena 9 mesi, sono senza lavoro, lontano dall’Italia, conosco veramente poche persone e non vado ancora molto fiero del mio inglese.

Istintivamente inizio a guardare i voli per tornare a casa. Poi ci ripenso, e mi convinco che ce la posso fare.

Mando diversi curricula in giro, partecipo a meetup di JavaScript, Frontend Developers, Hackers and Founders, hackathon e altra roba eccitante per un programmatore.

Conosco gente, creo connessioni, faccio sapere all’Olanda che anch’io esisto e che me la cavo abbastanza bene nel mio lavoro.

Prima ancora che il periodo di licenziamento terminasse, trovo una nuova opportunità. Mi rendo conto che non è stato affatto difficile. Mi sento invincibile!

Il resto è venuto di conseguenza...

Tutto questo per dirti (TL;DR)

Pensarci la prossima volta che ti lamenti del lavoro! Ci sono centinaia di sviluppatori formidabili in Italia.

Perché accontentarsi? Perché restare in un Paese che non si rende conto di quanto importante sia l’ICT?

In Italia il programmatore viene trattato come l’ultima ruota del carro. Un bracciante. In realtà siamo artisti, poeti, esseri creativi!

Se lavoriamo in ambienti degradanti, spenti e tristi, ne veniamo intossicati. Perdiamo l’ispirazione, la passione e l’interesse. Ammetto che può succedere anche all’estero. Ma qua, se non ti piace un progetto, prendi laptop e bagagli e in poco tempo trovi qualcosa di più attraente. Di certo non resti a fissare lo schermo odiando il capo, i colleghi e la tua esistenza perché non hai alternative. L'ambiente è dinamico, energico e vivace.

Nel nostro settore è molto facile fare tutto via Internet. Non occorre andare ad Amsterdam, Londra, Berlino per trovare un lavoro. Basta mandare un email di presentazione con curriculum in allegato. Semplice e non costa nulla.

Quindi, se anche tu, come lo ero io, non sei soddisfatto del tuo lavoro, ti senti sotto-pagato e sfruttato; ricordati che in Germania, Svizzera, Olanda, Inghilterra, Scandinavia (solo per nominarne alcune), ci sono centinaia di posti di lavoro che potrebbero piacerti e farti tornare la passione per questo fantastico lavoro. Con la stessa felicità ed entusiamo che avevi al tuo primo "Hello, World!"

Ma questa volta sarai tu, con il sorriso sulle labbra, a dire: «Hello World!»