Il Buono, Brutto e Cattivo del lavoro in remoto

Non basta un cavo di rete a fare un impiccato. —

Ho pensato di omaggiare il grande Sergio Leone riciclando il bellissimo film de “The Good, The Bad and The Ugly”.

Il Brutto: connessione ad Internet

La cosa più stressante in assoluto è la costante preoccupazione della connessione ad internet.

Capita spesso quando viaggi in luoghi incantevoli e remoti. Soprattutto quando non vuoi spendere una fortuna per hotel o AirBnB.

Non hai alcun controllo sulla connessione ad internet e sei circondato da gente che si sta allegramente godendo la vacanza e se ne fotte se l’internet cade per un paio d’ore.

Ma per te non è così! Tu hai quell’importantissima riunione architetturale con i team leader di vari dipartimenti, c’hai messo ore a praparare le slide (diapositive suona malissimo), e l'internet non funziona. Ansia! 🙀

Le cose peggiorano quando vai alla reception o contatti l’host della casa, e la cosa non li preoccupa. Ti ripetono che sei in vacanza, perché dovrebbe preoccuparti così tanto l’internet? È una cosa che può aspettare un pochino, no?!

Soluzioni

#prevenzione
Praparati diversi piani di riserva. Quando lavori 8-10 ore al giorno, in un luogo che non conosci bene, con culture e lingue diverse, è bene essere organizzatissimi.

Ogni minuto che perdi a risolvere questi impedimenti, è meno tempo per goderti il luogo che stai visitando.

Valorizza il tempo. Sempre!

Con l’esperienza mi sono costruito una lista di passi da seguire:

Fortunatamente sono sempre riuscito a gestire le varie situazioni di “momentanei ritorni all’età della pietra” 🦴 adottando questi accorgimenti. Nella maggior parte dei casi ho fatto aspettare i colleghi solo pochi minuti.

Comunque, c'è anche da aggiungere che questo stress potrebbe essere risolto a monte, riducendo il più possibile i momenti “sincronizzati” con i colleghi, e cercando di fare tutto in modo asincrono.

📣 Ripeti con me:
A-S-I-N-C-R-O-N-O

Prendendo l’esempio della presentazione qui sopra, puoi condividerla appena è pronta e chiedere ai colleghi di analizzarla con calma e passarti i loro commenti e idee.

Un altro vantaggio è che quando hanno più tempo per leggere i tuoi ragionamenti, riescono ad articolare i feedback in modo più sensato e intelligente.

Al contrario, durante le riunioni, c'è sempre l’implicita pressione del dover dare un’opinione, che magari non si riesce a comunicare efficacemente, considerando il poco tempo a disposizione e la presenza di altre persone.

Quasi tutte le riunioni si possono convertire in conversazioni asincrone.

Un’altro esempio è (lo spesso inutile) stand-up.

Secondo me, nella maggior parte dei casi, non aggiunge alcun valore. C'è già tutto nella descrizione e nei commenti. Inoltre i colleghi che non sono coinvolti direttamente ascoltano un cazzo o quasi.

In azienda abbiamo già eliminato un paio di giorni di standup alla settimana. Martedì e Venerdì. Li abbiamo battezzati meeting free day. Woah...Che fantasia 'sti ingegneri, eh!? 🏆
Sono giorni dedicati al codice, liberi da riunioni, per la gioia dei grandi e piccoli programmatori.

Per non tralasciare l’aspetto sociale (importante quando si lavora in remoto e lontano dai colleghi) al Venerdì facciamo una chiamata (non obbligatoria) dove si chiacchiera di argomenti non lavorativi come hobby, cucina, figli e viaggi. Una specie di water cooler. Traducibile in Italiano come pausa caffè.

Pensaci, quando lavori in remoto non hai tempo per parlare di michiate con i colleghi. Interagisci solo per lavoro. Fa bene scherzare un po' e parlare d’altro con la squadra. Per quanto strano sembri è stato dimostrato che i pettegolezzi all'interno di una squadra, alimentano di molto i legami e la coesione.

Il cattivo: FOMO (Fear Of Missing Out)

Quando ho iniziato a lavorare ad InVision, eravamo una sessantina di persone. Mentre scrivo questo pensiero siamo più di 850.

Gli strizzacervelli dicono che un essere umano non può gestire più di 150 connessioni interpersonali (Numero di Dunbar). Quindi quando l’azienda supera questo limite, le cose cambiano.

Il mio Slack contiente 574 canali. Alcuni sono importanti come #security, #engineeringe #alerts. Altri meno come #petlovers e #cooking. Ad ogni modo, i canali importanti sono sicuramente più di una 20-ina. Anche se cerchi di passare il tempo a programmare, la costante preoccupazione di sapere tutto quello che succede nei millemila canali è sempre presente.

A volte mi chiedo se devo assumere un collaboratore che segua Slack e mi faccia un resoconto a fine giornata.

Ci vogliono molte energie per seguire tutto ciò che viene detto e filtrare quello che è importante. La produttività ne risente molto. Senza contare che dobbiamo anche restare aggiornati nelle ultime tecnologie, librerie, API, framework, best-practies e prodotti.

Soluzioni

Questo aspetto è connesso agli strumenti che usiamo e alla cultura aziendale. La piattaforma che usiamo non è ideale e non è stata progettata per questo.

Slack è solo una cazzo di chat!

È utile per conversazioni veloci, ma quando le cose sono veramente importanti, non possiamo scriverle in un’applicazione dove una gif di un gattino occupa più spazio verticale di un’avviso di reset di un DB.

Inoltre, dopo 5 minuti, il tuo messaggio sarà comunque lontano 5 scroll-up dall’ultimo messaggio.

Per questo, stiamo adottando strumenti come Confluence, Dropbox Paper o Notion. In altre parole, strumenti dove salvare documentazione organizzata in modo intelligente.

A mio parere questa soluzione non è ancora perfetta, ma è meno peggio di Slack. Le cose sembrano più organizzate e accessibili.

La cosa più importante, è che l’azienda rimuova dalla cultura questa pressione. È inutile forzare i dipedenti a rimanere aggiornati in tutte le scelte, proiezioni e decisioni che accadono.

È normale che un collega non sappia che la squadra Accounts sta aggiungendo una feature flag nella sezione di gestione del profilo o che la squadra Migration sta aggiungendo una chiave primaria nella tabella delle restrizioni.

L’importante è che i leader promuovano questa accortezza, dando il buon esempio e ripetendo anche 10 volte le novità e filtrando in modo intelligente e sensato le info utili dalle inutili.

Il Buono: Libertà

Per quante pressioni ci siano dall’esterno. Sono per l’appunto... all’esterno. Non sono fisicamente vicine. Se hai veramente bisogno di 1 ora o più di silenzio totale, ti basta mettere lo status "Do Not Disturb" (traducibile in Non Rompermi i Coglioni) in Slack e nessuno ti scriverà.

Cosa del tutto impossibile in ufficio, dove anche con cuffie ad alto volume, avvisi di non disturbare, trappole o barricate, lo stronzo di turno non ci pensa due volte prima di chiedere quella cosa "super veloce" che ti fa perdere mezz’ora di lavoro.

Dopo se hai un/a partner, figlio/a, cane/gatto a casa che ti scassano le palle… beh, quella è un’altra storia. Magari l’affronterò in uno dei prossimi pensieri.

Mi auguro che queste dritte ti possano servire a migliorare la cultura nella tua azienda e rigenerare l’ambiente di lavoro in remoto per te e i tuoi cari e amati colleghi.