Intro 👋
Questa sezione del mio blog è dedicata al lavoro in remoto come dipendente di un’azienda.
Ne ho parlato al PiP qualche anno fa:
Ho iniziato nel 2015 e devo ammettere che non è sempre stato facile.
Potrà sembrarti strano, ma mi ha stressato molto di più del classico lavoro in ufficio. Sia per colpa mia, sia dell’azienda per la quale ho lavorato.
Non è tutto oro ✨
Gli aspetti positivi del lavoro in remoto sono tanti:
- Non andare più in ufficio.
- Non essere l’N-esimo colletto bianco intrappolato nella classica routine.
- Evitare le code alla metro, al bus, in auto, al ristorante, in banca e in posta a causa del punto 2.
- Flessibilità di organizzare la giornata come ci gira.
- Viaggiare e vivere ovunque.
- Stipendio (molto) più alto perché all’estero pagano bene.
Ma è anche una lama a doppio taglio, e ci vuole un po’ di tempo per scoprilo. Quello che guadagni da una parte, la perdi da un’altra.
Nulla si crea, nulla si distrugge
- Trovare una stanza o un angolo dedicati al lavoro non è facile. Richiede spazio, disciplina e molto rispetto da parte di chi vive con te. La maggior parte della gente pensa che, se stai a casa, non stai veramente lavorando.
- Sei ancora un dipendente di un’azienda. Continui a osservare le stesse regole, gerarchie e politiche. Ma è tutto “ovattato”. Ti senti sempre poco coinvolto.
- Quando inizi a fare la spesa ad orari non convezionali, scopri l’oscuro mondo dei pensionati. Sono ovunque, logorroici e lentisssssimi! ✌🏼👴🏼
- Devi sempre fare le tue 8 ore di lavoro al giorno, e un giorno ha sempre e solo 24 ore. Se accumuli troppo, poi sono cazzi.
- Poter vivere ovunque genera ansia “da Instagram”. La chiamo anche ansia da uomo bianco etero privilegiato. Continui a dirti: “Adesso potrei essere in Tailandia al caldo” o “Che afa! Perché non sono in Patagonia?!”. 🫠
- Quando guadagni di più, ti senti inconsciamente constretto a dare di più. Chi ti assume lo sa, ed esige una reperibilità eccessiva. Il bilancio vita/lavoro va a farsi fottere e assieme alla tua salute mentale.
- Il tossico “on-call” che rovina weekend e notti.
Non voglio assolutamente sputare sul piatto. Anzi! Voglio solo mostrarti il lato opposto della medaglia.
È semplicemente uno stile di vita più difficile da gestire.
With great power, comes great responsibility.
Ma restiamo con i piedi per terra. La cosa importante è saper gestire al meglio la tua salute mentale e di conseguenza non rendere la vita di chi ti sta attorno un inferno. Facile no?! 😅
Un metodo di lavoro nuovo 🆕
Il telelavoro è ancora molto immaturo.
La pandemia ha dato una grande spinta. Molte persone hanno iniziato a lavorare da casa e c'è stata un’esplosione di nuovi servizi e strumenti. Ma questa corsa nello stare a casa (🤯) ha anche dimostrato quanto difficile sia farlo e quanto fragile sia la mente umana.
Siamo ancora lontani dal creare, ma soprattutto mantenere, un posto di lavoro in remoto sano e motivante.
Sia dal lato del capo
È uno sforzo immenso per il datore di lavoro che deve gestire un’organizzazione e una cultura aziendale studiate per il remoto. Se non lo fa, l’azienda cade come un castello di carte.
L’ufficio fisico non esiste più, ma i soldi risparmiati devono essere investiti comunque.
Tutte le comunicazioni passano attraverso di una chat. Le iterazioni umane tra colleghi sono ridotte al minimo. Questo spegne i legami tra i colleghi, abbassa il morale e uccide la collaborazione. Di conseguenza ci sono cali di produttività, dispetti e politiche aziendali controverse per arginare i danni. In altre parole, un ambiente di lavoro dimmerda.
Sia dal lato tuo
Lo sforzo è grande anche per noi dipendenti. Occorre imporsi dei paletti molto rigidi. Il rischio è di cadere nel buco nero dell’esaurimento nervoso, anche conosciuto come burnout. Una bestia che ho dovuto affrontare anch’io (sto scrivendo un articolo in merito). Il corpo e mente si ribellanno alla situazione e non ti permettono più di lavorare in quel modo.
Impegnamoci a migliorare 💪
A me piace lavorare in remoto. Mi sta dando la possibilità di vivere in una Paese in via di sviluppo, con lo stipendio di un Paese sviluppato. 🎰
L’idea di tornare in ufficio non mi garba per niente. Ma non posso neanche ignorare tutti gli aspetti nocivi e pericolosi di questa “libertà”.
Si sta parlando della nostra mente. Lo strumento principale del nostro lavoro.
Per questo motivo, spero di poter aiutare te che magari vuoi iniziare a lavorare in remoto, o te che lo stai già facendo da tempo e stai affrontando le difficoltà che ho menzionato.
Rimbocchiamoci le maniche e cerchiamo di migliorare il lavoro in remoto insieme!
È il nostro futuro.