Lavoro in remoto

Pensieri, consigli e qualche critica da chi lavora in pigiama da anni. —

Intro 👋

Questa sezione del mio blog è dedicata al lavoro in remoto come dipendente di un’azienda.

Ne ho parlato al PiP qualche anno fa:

Ho iniziato nel 2015 e devo ammettere che non è sempre stato facile.

Potrà sembrarti strano, ma mi ha stressato molto di più del classico lavoro in ufficio. Sia per colpa mia, sia dell’azienda per la quale ho lavorato.

Non è tutto oro ✨

Gli aspetti positivi del lavoro in remoto sono tanti:

  1. Non andare più in ufficio.
  2. Non essere l’N-esimo colletto bianco intrappolato nella classica routine.
  3. Evitare le code alla metro, al bus, in auto, al ristorante, in banca e in posta a causa del punto 2.
  4. Flessibilità di organizzare la giornata come ci gira.
  5. Viaggiare e vivere ovunque.
  6. Stipendio (molto) più alto perché all’estero pagano bene.

Ma è anche una lama a doppio taglio, e ci vuole un po’ di tempo per scoprilo. Quello che guadagni da una parte, la perdi da un’altra.

Nulla si crea, nulla si distrugge

  1. Trovare una stanza o un angolo dedicati al lavoro non è facile. Richiede spazio, disciplina e molto rispetto da parte di chi vive con te. La maggior parte della gente pensa che, se stai a casa, non stai veramente lavorando.
  2. Sei ancora un dipendente di un’azienda. Continui a osservare le stesse regole, gerarchie e politiche. Ma è tutto “ovattato”. Ti senti sempre poco coinvolto.
  3. Quando inizi a fare la spesa ad orari non convezionali, scopri l’oscuro mondo dei pensionati. Sono ovunque (sopratutto in Italia), logorroici e lentisssssimi! ✌🏼👴🏼
  4. Devi sempre fare le tue 8 ore di lavoro al giorno, e un giorno ha sempre e solo 24 ore. Se accumuli troppo, poi sono cazzi.
  5. Poter vivere ovunque genera ansia “da Instagram”. La chiamo anche ansia da uomo bianco etero privilegiato. Continui a dirti: “Adesso potrei essere in Tailandia al caldo” o “Che afa! Perché non sono in Patagonia?!”. 🫠
  6. Quando guadagni di più, ti senti inconsciamente constretto a dare di più. Chi ti assume lo sa, ed esige una reperibilità eccessiva. Il bilancio vita/lavoro va a farsi fottere e assieme alla tua salute mentale.
  7. Il tossico “on-call” che rovina weekend e notti.

Non voglio assolutamente sputare sul piatto. Anzi! Voglio solo mostrarti il lato opposto della medaglia.

È semplicemente uno stile di vita più difficile da gestire.

With great power, comes great responsibility.

Ma restiamo con i piedi per terra. La cosa importante è saper gestire al meglio la tua salute mentale e di conseguenza non rendere la vita di chi ti sta attorno un inferno. Facile no?! 😅

Un metodo di lavoro nuovo 🆕

Il telelavoro è ancora molto immaturo.

La pandemia ha dato una grande spinta. Molte persone hanno iniziato a lavorare da casa e c'è stata un’esplosione di nuovi servizi e strumenti. Ma questa corsa nello stare a casa (🤯) ha anche dimostrato quanto difficile sia farlo e quanto fragile sia la mente umana.

Siamo ancora lontani dal creare, ma soprattutto mantenere, un posto di lavoro in remoto sano e motivante.

Sia dal lato del capo

È uno sforzo immenso per il datore di lavoro che deve gestire un’organizzazione e una cultura aziendale studiate per il remoto. Se non lo fa, l’azienda cade come un castello di carte.

L’ufficio fisico non esiste più, ma i soldi risparmiati devono essere investiti comunque.

Tutte le comunicazioni passano attraverso di una chat. Le iterazioni umane tra colleghi sono ridotte al minimo. Questo spegne i legami tra i colleghi, abbassa il morale e uccide la collaborazione. Di conseguenza ci sono cali di produttività, dispetti e politiche aziendali controverse per arginare i danni. In altre parole, un ambiente di lavoro dimmerda.

Sia dal lato tuo

Lo sforzo è grande anche per noi dipendenti. Occorre imporsi dei paletti molto rigidi. Il rischio è di cadere nel buco nero dell’esaurimento nervoso, anche conosciuto come burnout. Una bestia che ho dovuto affrontare anch’io (sto scrivendo un articolo in merito). La mente e, di conseguenza il corpo, si ribellanno alla situazione e non ti permettono più di continuare a lavorare in quel modo.

Impegnamoci a migliorare 💪

Adoro lavorare in remoto. Mi sta dando la possibilità di vivere in una Paese in via di sviluppo, con lo stipendio di un Paese sviluppato. 🎰

L’idea di tornare in ufficio non mi garba affatto. Ma non posso neanche ignorare tutti gli aspetti nocivi e pericolosi di questa “libertà”.

Si sta parlando della nostra mente. Lo strumento principale del nostro lavoro.

Per questo motivo, spero di poter aiutare te che magari vuoi iniziare a lavorare in remoto, o te che lo stai già facendo da tempo e stai affrontando le difficoltà che ho menzionato.

Rimbocchiamoci le maniche e cerchiamo di migliorare il lavoro in remoto insieme!

È il nostro futuro.

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